Era il 13 marzo 2019 quando l’assessore Molinari affermava che nel Comune di Lodi l’esperienza del pedibus mancava ormai da un anno e mezzo. Affermazione che ci aveva reso speranzosi che nel giro di poco anche la nostra Città si sarebbe dotata di un servizio di questo tipo strutturato e organizzato in modo stabile, sulla scia dei progetti della precedente Amministrazione.
Ma ecco che, all’avvio della sperimentazione, sono emersi i primi problemi. Il pedibus – lo abbiamo sempre sostenuto – è un servizio che va sostenuto economicamente, altrimenti risulterà sempre saltuario. Infatti i tentativi basati sul volontariato messi in campo dall’assessora Molinari sono naufragati.
Oggi, dopo 19 mesi dal primo incontro, scopriamo che il Comune di Lodi è tornato alla casella di partenza. Nonostante lo stanziamento a bilancio di risorse per organizzare il servizio, si riparte con questionari e analisi di risposte che sono assolutamente tardivi e privi di senso: il servizio andrebbe attivato con i percorsi che erano già da tempo stati studiati e attivati in condivisione con i dirigenti scolastici, reperendo accompagnatori anche nel mondo dei percettori dei sussidi comunali e altro.
Possiamo comprendere che il momento non sia facile, ma il servizio di pedibus risulterebbe inoltre utile a decongestionare il traffico davanti alle scuole e sugli scuolabus.
Alla fine risulta sempre tutto molto strano in questa Giunta, perché si chiede la partecipazione con questionari su questionari su servizi che dovrebbero già essere attivi da tre anni, mentre su processi di cambiamento del tessuto urbano – come il progetto Esselunga all’ex Consorzio – si decide nelle segrete stanze senza considerare il pensiero dei cittadini.
